sabato 23 gennaio 2010

I DIRITTI DELLE DONNE E DEI BAMBINI


Donne e bambini sono, tra le persone con disabilità, i più fragili e soggetti a discriminazioni. Quaando si parla di diritti specifici come quelli dei bambini e delle donne con disabilità, non si intende che i bambini o le donne con disabilità abbiamo dei diritti speciali. Le donne con disabilità hanno gli stessi diritti di tutte donne e tutti i bambini hanno gli stessi diritti dei bambini con disabilità MA potrebbero avere bisogni diversi a seconda di chi sono e delle particolari circostanze in cui si trovano.
Gli Art. 6 e 7 della Convenzione vanno in questa direzione e devono essere considerati strumenti legali che rafforzano la tutela di donne e bambini con disabilità in tutti gli Art. della Convenzione.
Nell' Art. 6 si sottolineano le DISCRIMINAZIONI MULTIPLE cui sono soggette le donne con disabilità, discriminate perchè donne, e il dovere degli Stati Parti di garantire alle donne con disabilità i diritti e le libertà fondamentali di tutte le donne senza disabilità. Per questo la Convenzione inpegna gli Stati Parti a creare condizioni di pari opportunità, ad accrescere la consapevolezza delle donne con disabilità, a garantire processi di empowerment e advocacy.
A questo proposito volevo parlarvo del reality sulle ragazze disabili avvenuto ad Amsterdam. All'apparenza potrebbe sembrare un normale concorso di bellezza dove a sfidarsi sono bellezze in costume da bagno: ma guardandolo da più vicino si scopre che si tratta dell'ultimo reality show olandese che ha come protagoniste delle ragazze disabili. Il format s'intitola "Miss Ability", va in onda in Olanda e nal 2006 è stato uno dei programmi più visti nel Paese pioniere dei reality.
Ogni partecipante,recita il logo del programma, deve avere almeno " un handicap visibile a occhio nudo": 12 donne, incluse ragazze mutilate e in carrozzella, vestono capi all'ultima moda e sono ospiti in alberghi da favola.
Tutte partecipano a brevi cortometraggi nei quali raccontano la loro vita da disabili e come hanno superato tutti i problemi contro cui si sono scontrate nel corso dei loro anni.
Alla fine il pubblico, attraverso il televoto, giudicherà non solo chi ha raccontato meglio la sua storia, ma anche chi si è dimostrata più forte e saggia nell'affrontare le traversie della vita. La vincitrice dell'edizione 2006 è una ventiduenne in carrozzella, Roos Prommenschenckel. Il programma ha avuto un successo incredibile in Olanda tanto che sono già stati comprati da alcune famose reti televisive straniere e nel 2007 sarà trasmesso in Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti. Naturalmente il format ha provaocato numerose reazioni negative e alcuni critici televisivi hanno accusato il programma di sfruttare l'immagine dei disabili per i propri fini commerciali.
Secondo i produttori lo scopo del reality è mostrare l'ottimismo dei disabili: " Spesso i disabili sono considerati patetici e sono compatiti da tutti. Miss Ability invece mostra che i disabili a differenza delle persone senza problemi fisici, sono sempre ottimisti. Essi cercano di superare le loro paure, pensano positivo e desiderano essere trattati come tutte le persone di questo modo"...
Io condivido l'ultima affermazione, meritano di vivere come noi e soprattutto di essere trattati come persone "normali"... Io stimo le persone con disabilità, sono il mondo, la mia curiosità mi spinge a conoscere ciò che sentono!!! Voi che ne pensate??? Ciao ciao a tutti e buon fine settimana!!!

mercoledì 20 gennaio 2010

IL LAVORO è IDENTITà


Il lavoro,lo abbiamo ripetuto più volte, è un aspetto fondamentale della vita di tutti: occupa la maggior parte delle nostre giornate, definisce il nostro ruolo sociale, permette l'espressione di caratteristiche della nostra personalità e del nostro carattere che non emergono altrove.
Ma se è scontata l'importanza del lavoro per chi non ha una disabilità ed è accettata la possibilità che persone con disabilità fisiche e sensoriali possano accedere al mondo del lavoro in condizioni di pari opportunità con gli altri, è più difficile pensare all'importanza che il lavoro può assumere per le persone con disabilità mentale e intellettiva.
La scelta del lavoro matura con l'affacciarsi dell'età adulta. E' un percorso fatto di orientamenti scolastici e formativi, di attitudini e di modelli familiari, una strada per molti giovani tortuosa, ma esplorata con perseveranza e determinazione.
Per tutti questo processo inizia nell' adolescenza, quell'età della vitaa che coincide con la conclusione del percorso educativo in diritto/dovere, con le prime esperienze di autonomia e il desiderio di affrancarsi dalla propria famiglia d'origine. con la ricerca del gruppo come riferimento alternativo e con la strutturazione di un nuovo Sè. Ma per le persone con disabilità???
Durante l'adolescenza, il periodo per antonomasia della crisi e della crescita, il giovane con disabilità intellettiva vive, l'inserimento nella scuola di tutti e le prime richieste di autonomia dalla famiglia.
La famiglia ricopre un ruolo importantissimo, necessità del consenso che deriva proprio dalla famigli, non c'è crescita senza consenso della famiglia e tale processo implica purtroppo anche il passaggio attraverso una crisi evolutiva naturale tra genitori e figli.
Sono comprensibili le difficoltà della famiglia che deve proteggerlo, tutelarlo e lasciarlo andare.
Come educatori dovremmo sempre riconoscere a queste famiglie,la possibilità di non essere la famiglia ideale che ci aspetteremmo, ricordando che tutti i genitori sono autorizzati a sbagliare e ad fare errori.

Alcune parti sono tratte dal libro "I diritti delle persone con disabilità" di Paola Baratella e Elena Littamè.

Ciao a tutti amici,alla prossima e mi raccomando partecipate in molti nel rispondere ai miei interventi!!!

venerdì 15 gennaio 2010

IL DIRITTO AL LAVORO


Il lavoro è per ogni persona,allo stesso tempo reddito,possibilità di partecipazione economica e sociale, realizzazione personale e familiare, indipendenza e investimento nel futuro! Interessano direttamente circa 470 milioni di uomini e donne con disabilità in età da lavoro, è quanto stimato dalla Convenzione!
Troppo spesso le persone con disabilità dipendono, per la propria sussistenza, da provvidenze, beneficenza e sostentamenti pubblici piuttosto che da occupazioni dignitose e significative; sono disoccupate o dissuase dal ricercare attivamente un lavoro; vengono retribuite meno dei loro colleghi o sono impiegate al di sotto delle capacità e delle competenze che possiedono.
Tutti questi aspetti hanno un impatto significativo sulla vita delle persone con disabilità, che non sempre possono, come le altre, contare su un reddito, emanciparsi dai circuiti socio-assistenziali, contribuire all'economia del Paese, realizzarsi e raggiungere adeguati standard di vita personale, vivere in modo indipendente nella comunità e progettare il loro futuro.
La nostra Costituzione sottolinea nel suo primo articolo che " L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro" e aggiunge che " La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto".
Oltre alla Costituzione Italiana, dove si legge chiaramente che in Italia il lavoro è un diritto di tutti i cittadini, nel nostro Paese le principali normative a favore dell'inserimento lavorativo delle persone con disabilità sono la Legge n. 68 del 12 marzo 1999, la C.M. del Ministero del Lavoro 4 del 2000 e il D.P.R. n. 333 del 2000.
L'art. 27 della Convenzione è interamente dedicato al lavoro. Elenca una serie di obblighi che impegnano gli Stati aderenti a garantire il diritto delle persone con disabilità di guadagnarsi da vivere attraverso il lavoro, scelto o accettato volontariamente, e a vietare ogni forma di discriminazione basata sulla disabilità in tutti gli ambiti di possibile occupazione.
Nonostante l'Italia abbia iniziato a sostenere l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità nel 1968 con la Legge 482 , sono ancora molti i Paesi nel mondo che non hanno una legislazione per promuovere e proteggere i diritti dei lavoratori con disabilità.
Informazioni tratte dal testo "I diritti delle persone con disabilità" di Paola Baratella e Elena Littamè!
Un abbraccio a tutti!!!

lunedì 11 gennaio 2010

IL DIRITTO DI CITTADINANZA


Salve amici,oggi vi volevo parlare delle diverse dimensioni dell'essere persona con il diritto alla cittadinanza,arrivando a designare un profilo del cittadino che è in primo luogo UGUALE su base di parità con tutti gli altri, è LIBERO, è TUTELATO da un sistema universale di garanzie, può SPOSTARSI all'interno di un territorio accessibile, è INDIPENDENTE, opera scelte in autonomia, PARTECIPA secondo le regole condivise alle scelte che riguardano tutti.
L'art. 5,14,18 toccano i primi aspetti in cui si concretizza la cittadinanza:
UGUAGLIANZA, LIBERTà, SICUREZZA.
L'uguaglianza sta nell'essere persona, uomo o donna, indipendentemente dal fatto che le capacità e performance sono tipiche o meno. Non ci deve essere discriminazione anche se, come denuncia la FISH, può avvenire anche fra associazioni di persone con disabilità riguardo finanziamenti statali riconosciuti ad alcune associazioni.
Gli Stati parti garantiscono alle persone con disabilità il diritto alla libertà e alla sicurezza personale; non devono essere private della loro libertà e nel caso contrario esse abbiano diritto alle garanzie previste dalle norme internazionali sui diritti umani e siano trattate conformemente agli scopi e ai principi della presente Convenzione, compreso quello di recevere un accomodamento ragionevole.
Ma dire che una persona disabile è libera è un ossimoro? è solo una provocazione o presenta degli aspetti di veridicità? Come fa una persona che non parla ad esprimere un'opinione? Che tipo di libertà è garantita ad una persona con disabilità: una libertà condizionata, una libertà surrogata, vigilata , ecc?
Mi piacerebbe che tutti riflettessimo su questo!!! un abbraccio

domenica 3 gennaio 2010

CIAOOOOOOO

Ciao amici...eccome ritornata dopo una settimana di montagna in cui ho capito di essere negata nello sci e nel pattinaggio sul ghiaccio!!! l'ultimo dell'anno ho conosciuto delle persone meravigliose...un gruppo di ragazzi sordi!!! Persone come noi che mi hanno insegnato il loro linguaggio a gesti...un'esperienza unica che auguro a tutti... Oggi è il mio compleanno, ho festeggiato con gli amici e ora vi saluto che vado a nanna...ci sentiamo domani!!! BUONA NOTTE

giovedì 24 dicembre 2009

IL DIRITTO A UN'EDUCAZIONE INCLUSIVA


Ciao amici...il Natale si avvicina e io vi auguro di passarlo il meglio possibile e con le persone più care! Oggi vi voglio parlare dell'istruzione perchè la Convenzione dedica un'articolo molto lungo a proposito perchè lo considera il principale strumento educativo per il pieno sviluppo delle potenzialità di ogni persona, per il rafforzamento delle diversità umane e per favorire una piena partecipazione delle persone con disabilità a una società libera. Il binomio educazione/istruzione fa riferimento all' art. 24 al fine di affermare il legame tra i due. L'art. 24 individua alcuni obiettivi da perseguire:
-un sistema scolastico inclusivo;
-una scuola di qualità per tutti;
-il ricorso all'accomodamento ragionevole;
-la figura dell'insegnante di sostegno a supporto dell'insegnante circolare;
-ambienti che ottimizzano l'integrazione!
Il primo comma dell'art. 24 sottolinea gli ingredienti fondamentali del processo educativo: potenziale e autostima.
Il secondo comma dell'art 24 traccia gli standard minimi che l'organizzazione scolastica deve rispettare per assicurare pari opportunità ai bambini/e con disabilità in termini di tempo e qualità.
Il terzo comma dell'art. 24 precisa il ruolo della scuola rispetto all'apprendimento di competenze immediatamente spendibili nella quotidianità,partendo dal superamento dei limiti comunicativi conseguenti a specifiche disabilità sensoriali e attraverso " elementi di facilitazione", siano essi persone o ausili tecnologici o contesti, necessari all'alunno per conseguire obiettivi di apprendimento consoni alle sue potenzialità e il grado di performance più elevato possibile!
Augurandovi buone feste vi dico che il 26 dicembre parto per la montagna e ritornerò il 2 gennaio! voi scrivete numerosi e appena tornata vi risponderò! un grande abbraccio VALENTINA

sabato 19 dicembre 2009

IL DIRITTO AD AVERE UNA VITA PRIVATA E UNA FAMIGLIA

Ciao a tutti...vi scrivo mentre fuori scendono tantissimi fiocchi bianchi...non sò a voi ma a me la neve mi dà felicità!!!
Gli articoli 22 e 23 hanno fatto discutere e riflettere. Nel momento in cui una persona è in grado di autodeterminarsi nessuno mette in discussione la legittimità di una vita privata senza interferenze. Ma cosa succede quando la persona ha una disabilità? Qual'è il confine etico che discrimina l'aiuto dall'interferenza, la tanto attesa riservatezza dalla necessaria e vitale presenza di altri?
L'art. 22 mira a proteggere il diritto alla privacy delle persone con disabilità "sulla base di uguaglianza con gli altri".
"Nessuna persona con disabilità, può essere sogggetta a interferenze arbitrarie o illegali nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, o in altri tipi di comunicazione, o a lesioni illegali al proprio onore o alla propria reputazione. Le persone con disabilità hanno il diritto di essere protette dalla legge contro tali interferenze o lesioni" Art. 22 della Convenzione ONU Internazionale.
L'art. 23 enuncia il tema del diritto alla famiglia, alla sessualità, alla genitorialità delle persone con disabilità e invita gli Stati Parti a "eliminare le discriminazioni" possibili che impediscono il reale godimento del diritto stesso. Al contrario, la persona con disabilità vive una discriminazione a priori!!! Ciao a tutti e mi raccomando fate il pupazzo di neve!!!!